Sempre più frequentemente si accendono i riflettori su
interessanti occasioni di business immobiliare rivolto all’acquisizione di
complessi turistici, turistici-alberghieri o residenziali con servizi turistici
connessi (o di pertinenza) nelle località italiane di vacanza più importanti.
Specialmente in Sardegna le cui grandi potenzialità, come
località più ricercata dal pubblico, sono state confermate nel 2019 e a seguire
la Liguria.
Le domande si spostano verso le strutture di qualità o
addirittura di lusso che con i nuovi vincoli edilizi difficilmente possono
essere create ex novo.
Si apre così uno scenario di acquisizione immobiliare molto
interessante.
Il boom degli anni novanta ha portato alla realizzazione di
complessi che, semplificando, chiameremo turistici, in cui varie erano le
formule di vendita del “pacchetto immobile per vacanza”: dalla Multiproprietà
pura, a complessi in multiproprietà inseriti in un più ampio contesto
immobiliare-condominiale, a villette inserite in un complesso immobiliare ove i
servizi turistici: piscine, anfiteatri, campi sportivi, spiagge, locali di
ritrovo, rimanevano in proprietà esclusiva a soggetti terzi.
Ma si costruivano anche strutture alberghiere con annessi
appartamenti autonomi che venivano poi collocati sul mercato, mantenendo
centralizzati a società terze tutti i servizi turistici.
L’investimento veniva reso appetibile facendo sottoscrivere
un contratto d’affitto dell’appartamento per 9 anni, a canone concordato, con
l’assunzione di tutte le spese di gestione ordinarie.
Le ben note crisi immobiliari e turistiche hanno
consigliato gli importanti players ad abbandonare questo tipo di business veicolandolo
con la vendita dell’azienda di gestione dei servizi turistici a società terze
caratterizzate da una filosofia puramente immobiliare-speculativa che riversava
così tutti gli oneri di gestione sui proprietari che quasi sempre non ne erano
nemmeno coscienti.
Società con pacchetti di immobili rilevanti si sono trovate
difronte all’impossibilità di adempiere agli oneri di gestione e manutenzione del
complesso immobiliare con il conseguente default della società.
Il decadimento delle strutture, l’impossibilità economica
dei proprietari di far fronte alle manutenzioni e, spesso, gruppi speculativi
nati proprio per acquistare e rivendere pacchetti di appartamenti in questi
complessi hanno contribuito anche a creare vere e proprie “cattedrali nel
deserto” per esempio in Sardegna.
Molti di questi complessi ora sono in sofferenza il che
comporta una svalutazione dell’iniziale valore immobiliare d’investimento,
alcuni sono soggetti a procedure concorsuali, altri quasi abbandonati.
Da qui oggi l’interesse all’acquisizione per un rilancio
ecnomico-turistico.
Per l’acquisizione di tali variegate situazioni non ci si può solo basare su metodi standard di due diligence cioè, semplificando: analisi delle caratteristiche oggettive dell’immobile o del compendio immobiliare; la provenienza e la possibilità di commercializzazione dei beni; gli aspetti fiscali, ma sarà necessario valutare anche il territorio, il tessuto economico dello stesso, l’efficienza della pubblica amministrazione e delle aziende di gestione integrata dei servizi.
La due diligence legale
La due diligence legale, cioè la verifica di tutta
la documentazione relativa agli atti di provenienza, le visure catastali, la
continuità delle trascrizioni, la presenza di ipoteche o pignoramenti
immobiliari, l’analisi dei contratti di locazione, dovrà tener conto anche dei
sistemi di amministrazione del complesso, analizzando a fondo i regolamenti
contrattuali predisposti per i futuri acquirenti all’atto della
commercializzazione del bene e, ex lege, opponibili ai successivi aventi causa.
Valutare in profondità il sistema di amministrazione e
gestione, i dati economici le morosità verso gli enti fornitori di servizi, i
rapporti di forza-voto, all’interno del complesso.
Una sottovalutazione di tali ultimi aspetti potrebbe
esporre la nuova proprietà a stress economici non indifferenti con immediato
riflesso sulla commercializzazione-utilizzazione dei beni.
Per esempio una forte morosità nel pagamento degli oneri di
gestione, non valutata, potrebbe incidere sul business-plan e
costringere l’acquirente o ad esborsi non preventivati o addirittura a non
poter fruire dei beni per mancanza dei servizi di base: luce, acqua.
La due diligence tecnica
La due diligence tecnica, in generale è l’analisi
della rispondenza dello stato di fatto allo stato di progetto con tutte le
certificazioni amministrative.
Se questa è la prima verifica essa non può prescindere da
un’analisi molto più approfondita del reale stato degli assets del target
da acquisire.
Può non essere necessario solo la verifica del collaudo
delle opere di urbanizzazione primaria indicate nel piano di lottizzazione, ma
se realmente tali opere sono state acquisite dal Comune e come vengono gestite.
Può capitare che opere di urbanizzazione importanti
specialmente in aree geografiche complesse dal punto di vista naturalistico non
siano state ancora prese in carico lasciando la loro manutenzione e gestione
ancora in capo ai lottizzanti.
Ciò quindi può avere riflesso proprio sulla futura gestione
degli immobili ed aree acquisite e valga il seguente case history.
Acquisito da una procedura concorsuale un importante complesso immobiliare con all’interno ristoranti, bar e immobili, anche autonomi ma collegati per i servizi, valutata nella perizia la realizzazione delle opere di urbanizzazione primaria, successivamente la nuova proprietà si è resa conto della mancanza del collegamento al depuratore che benché situato nel piano generale di lottizzazione comprendenti altri lotti, non poteva servire il target acquisito, perché la Pubblica Amministrazione non aveva mai “chiuso” il piano di lottizzazione con la presa in carico delle opere.
Il Depuratore, gestito dall’amministrazione degli altri
complessi, doveva essere adeguato con la necessità di stipulare accordi privati
di manutenzione e gestione.
Ciò ha comportato un ritardo di due anni nell’apertura del
complesso turistico con importanti perdite finanziarie.
Il tessuto economico-amministrativo
La storia di come è nato il complesso immobiliare, lo
sviluppo economico delle attività produttive limitrofe, l’attenzione degli
amministratori locali alle necessità del territorio ove è situato
l’insediamento turistico sono anch’esse importanti nell’analisi dei dati per
l’acquisizione.
Se non correttamente approfondite, valutate con interviste
sul luogo, confronto con i pubblici amministratori il rischio è il formarsi di
rigidità nelle successive attività di rilancio dell’insediamento che per forza
di cose inciderà economicamente sul tessuto sociale del Comune che lo ospita.
Ancora un case history.
Nello studio per l’acquisizione di un complesso turistico residenziali-alberghiero ubicato in un sito naturalistico con rossi gioielli montani e azzurri paesaggi marini, si è valutato il fatto della difficoltà di accesso e collegamento con limitrofi borghi ad alta vocazione turistica e che erano in sofferenza.
Il confronto con gli amministratori locali ha fatto si che
si potesse aprire una strada di collegamento beneficiando così del veloce accesso sia il complesso acquisito sia
lo sviluppo delle attività economiche locali con riflessi anche sul mercato del
lavoro della comunità.
Maurizio Voi